Tra gli uccelli meglio adattati agli habitat steppici l'occhione (Burhinus oedicnemus), un migratore presente con 40-50 coppie regolari ogni anno (da marzo a novembre).
E' una specie crepuscolare, che nidifica a terra nel greto e sui terrazzi, spingendosi nei coltivi limitrofi al parco a caccia di invertebrati; sono caratteristiche le sue grida, che si possono sentire all'imbrunire durante la stagione riproduttiva, mentre l'osservazione diretta è più difficile, per il piumaggio mimetico e l'incedere lento e guardingo.
Anche il corriere piccolo (Charadrius dubius) nidifica nei greti liberi da vegetazione, in una semplice buchetta scavata nel terreno tra i sassi e la sabbia.
Il disegno del piumaggio e le corse rapide (a cui deve il nome), con le altrettanto rapide soste, lo rendono praticamente invisibile sui ciottoli del fiume.
Sterna comune (Sterna hirundo) e fraticello (S. albifrons), entrambi noti come rondini di mare, volano eleganti sopra il greto e cacciano, con spettacolari tuffi, piccoli pesci nel settore centrale del parco, dove l'acqua è presente tutto l'anno, anche durante i prelievi idrici della stagione irrigua.
Nidificano anch'essi a terra, tra i ciottoli, e prediligono lenti di ghiaia isolate al centro del corso d'acqua.
Le scarpate terrose del fiume ospitano, invece, ogni anno le colonie dei gruccioni.
Questa specie migratrice, molto appariscente e colorata, è in Italia in rapida espansione e colonizza ambienti aperti e aridi, dove trova condizioni ideali per la caccia (soprattutto di imenotteri, come api, vespe e bombi).
Passeggiando all'imbrunire lungo il greto è possibile avvertire il particolarissimo canto del succiacapre, un trillo sommesso e metallico con cui il maschio difende il proprio territorio e attrae la femmina; il succiacapre nidifica nelle garighe cespugliate e steppiche del parco.
Nei prati semiaridi a lato del fiume nidificano calandrella (Calandrella brachydactyla) e calandro (Anthus campestris), mentre le fasce boscate ripariali ospitano gufo comune e sparviere.
Il corso d'acqua è, inoltre, territorio di caccia dei trampolieri, come gli aironi e il cavaliere d'Italia e di limicoli di passo durante la migrazione (tra i tanti, il combattente è osservabile con un contingente abbastanza regolare).Le altre specie significative che vivono lungo il fiume
Tra i mammiferi, oltre a caprioli, cinghiali e volpi e al piccolo moscardino, lungo le fasce di vegetazione che accompagnano il fiume è segnalato l'istrice, una specie arrivata piuttosto di recente dall'Italia centrale e attiva principalmente di notte, che frequenta le aree con buona copertura vegetale arbustiva e arborea.
Nel parco vivono inoltre diverse specie di pipistrelli tutelate sia a livello europeo che dalla L.R. 15/06 sulla fauna minore, tra le quali spicca il vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), specializzato nella cattura di insetti e anche di piccoli pesci a pelo dell'acqua, che preda grazie alle robuste unghie dell'arto inferiore.
Sono presenti anche i rifugi estivi di specie come il vespertilio di Blyth (M. blythii), che utilizza spesso le cavità esistenti nelle strutture dei principali viadotti che attraversano l'area protetta.
Le pozze laterali che si formano grazie al divagare del corso d'acqua tra le lenti di ciottoli, come pure gli scoli e i bacini di lavaggio delle ghiaie, offrono siti di riproduzione idonei agli anfibi: rospo, rospo smeraldino (Pseudepidalea viridis), raganella italiana, rana dalmatina e tritone crestato.
Tra i rettili adattati all'ambiente acquatico compaiono tutte e tre le specie di natrici, comunemente note come "bisce d'acqua", che sono presenti nel Piacentino: Natrix natrix, N. maura e N. tessellata.
Gli ambienti aridi del conoide sono quelli prediletti dalla lucertola campestre, mentre lucertola muraiola, ramarro e biacco frequentano più ambienti e le zone di transizione tra l'uno e l'altro.
Nelle acque del fiume, infine, vivono specie ittiche adattate ai corsi d'acqua a corrente moderata, con zone di calma, acque limpide e ben ossigenate e fondo ghiaioso e sabbioso.
Tra le più importanti figurano i barbi (Barbus plebejus e, più raro, B. meridionalis), il cobite comune (Cobitis taenia), la lasca (Chondrostoma genei) e il gobione (Gobio gobio).
Grazie alla buona qualità delle acque e alla separazione fisica dal Po dovuta alla traversa di Sant'Antonio, la comunità ittica non è particolarmente compromessa, come purtroppo accade in molti corsi d'acqua italiani, dalla presenza di specie alloctone.
Testo tratto dalla pubblicazione "Parco Fluviale Regionale del Trebbia", promossa dall'Assessorato Ambiente e Riqualificazione Urbana della Regione Emilia-Romagna. © Regione Emilia-Romagna, 2012.
Coordinamento: Servizio Parchi e Risorse forestali (Enzo Valbonesi, Monica Palazzini, Maria Vittoria Biondi, Stefania Vecchio).
A cura della Fondazione Villa Ghigi.
Testi: Ivan Bisetti, Mariangela Cazzoli, Emanuela Rondoni, Chiara Spotorno.