Come in molti ambienti di conoide, le tipologie vegetazionali presenti nel parco possono essere distinte in base alla loro posizione rispetto al corso d'acqua e alle barre ghiaiose depositate e modellate dal fiume. Nell'alveo la vegetazione è rada o assente e si compone di specie pioniere: salici arbustivi resistenti alla sommersione prolungata e specie erbacee annuali che crescono sulle lenti di argilla e sabbia depositate nei settori di calma della corrente.
Sui terrazzi fluviali, che non sono interessati dalle piene ordinarie, si estendono i cespuglietti a salice e ai margini, nelle fasce più esterne, i boschi a salice bianco e pioppo, con uno strato erbaceo formato da un mosaico di associazioni aride molto specializzate.
Diversi di questi habitat sono tutelati dalla Comunità Europea, perché si tratta di ambienti particolarmente fragili, rari e minacciati dagli interventi antropici che modificano gli alvei fluviali.
Tra i vari habitat spiccano i lembi di foresta riparia a ontano nero, molto localizzati all'interno del parco, le formazioni arboree a salice bianco e pioppo, la vegetazione arbustiva pioniera e legnosa dell'alveo, le praterie aride con orchidee e le vegetazioni pioniere a Sedum dei Terrazzi fluviali.
Le piante pioniere del greto colonizzano gli ambienti di alveo parzialmente turbati dalle piene e dalle forti escursioni termiche tipiche delle distese di ghiaia.
La flora dei greti è composta quindi da piante specializzate in grado di colonizzare questi suoli grezzi e sopportare i notevoli sbalzi di temperatura, anche giornalieri, e i prolungati periodi di siccità. Spesso le uniche presenze rilevanti sono i salici arbustivi (Salix eleagnos, S. purpurea), che sopportano di essere sommersi a lungo e sono in grado di resistere alle forti correnti delle piene, grazie agli apparati radicali forti e ai rami e fusti flessibili. Dove si depositano lenti di sabbia e limo, crescono le piante erbacee annuali, spesso nitrofile e ruderali o alloctone naturalizzate, dei generi Bidens, Chenopodium, Polygonum e Xanthium. Più raro e meglio adattato alle lenti ciottolose è il garofanino di Dodonaues (Epilobium dodonaei), dalla generosa fioritura rosa tardo-estiva.
Sui terrazzi fluviali, separati dal greto dalla prima scarpata e non coinvolti dalle piene ordinarie, le condizioni ambientali sono più stabili ed è in atto il progressivo consolidamento del terreno ciottoloso attraverso la formazione di sottili strati di suolo. Le escursioni termiche sono comunque elevate e il microclima è arido, ma le associazioni vegetazionali presenti sono più strutturate rispetto all'alveo: la copertura è continua e i saliceti arbustivi più densi (con Salix eleagnos, S. purpurea e il più raro S. triandra). Lo strato erbaceo comprende due formazioni principali: dove il terreno è più povero si sviluppano vegetazioni pioniere a Sedum (Sedum sexangulare, S. album, più raro, e S. thartii), formate da crassulacee adattate a condizioni di aridità e forte evapotraspirazione. Su suoli più profondi si insediano, invece, praterie semiaride calcicole costituite in prevalenza da graminacee (Bromus erectus, B. tectorum, B. squarrosus, Avena fatua, Triticum ovatum),accompagnate da altre specie xerofile come Heliantemum nummularium, dalla tenue fioritura gialla, Centaurea duesta e, in alcuni settori, soprattutto sulla sponda destra, Hyssopus officinalis.
La caratteristica più spettacolare di questi ambienti è la presenza di vistose fioriture di orchidee nei mesi tardo primaverili; nel parco sono state censite orchidea piramidale (Anacamptis piramidalis), orchidea cimicina (A. coriophora), orchide minore (A. morio) e orchidea screziata (Neotinea tridentata), la più rara.
I boschi ripariali iniziano dove termina l'azione diretta del fiume e dove il suolo è sufficientemente profondo da poter accogliere le radici degli alberi. Anticamente questi lembi forestali erano molto più estesi: i boschi umidi vicini al fiume, con pioppi bianchi, pioppi neri, ontani e frassini, si trasformavano gradualmente in boschi adattati a condizioni più asciutte, con querce e carpini. Nel parco i boschi ripariali più comuni sono formati da salice bianco e pioppo bianco in prossimità della confluenza del Po, che vengono poi sostituiti da formazioni a pioppo nero risalendo il corso d'acqua. Rari e molto localizzati sono gli ontaneti a ontano nero (Alnus glutinosa).
Nel parco il sottobosco degli ontaneti, molto umido, è solcato da canali con risorgenze d'acqua colonizzati dalle carici.
Testo tratto dalla pubblicazione "Parco Fluviale Regionale del Trebbia", promossa dall'Assessorato Ambiente e Riqualificazione Urbana della Regione Emilia-Romagna. © Regione Emilia-Romagna, 2012.
Coordinamento: Servizio Parchi e Risorse forestali (Enzo Valbonesi, Monica Palazzini, Maria Vittoria Biondi, Stefania Vecchio).
A cura della Fondazione Villa Ghigi.
Testi: Ivan Bisetti, Mariangela Cazzoli, Emanuela Rondoni, Chiara Spotorno.