Nella frazione di Cisiano, il bosco misto, caratterizzato da grandi pioppi neri, raggiunge la riva e costeggia un bel tratto di fiume, dalle acque particolarmente limpide. Nel greto si possono osservare ciottoli di differenti colori, che richiamano la grande varietà di rocce che contraddistingue la Val Trebbia. Verso monte, sempre sulla sponda destra, si incontrano alcuni interessanti affioramenti rocciosi e un antico manufatto idraulico.
Il portale di accesso è sormontato da una torretta con colombaia. Una lapide, con lo stemma della famiglia Morando (tre teste di moro di profilo), ricorda la costruzione del ponte di marmo sul Trebbia voluto nel 1686 da Morando Morandi, allora signore di Montechiaro.
Da qui si accede al ponte a tre archi che durò appena 14 anni, perché Morando, per vanità, non diede retta ai consigli di uno degli Anguissola, la famiglia da cui aveva pochi anni prima acquistato il castello, che abitava nella vicina Travo e gli aveva suggerito saggiamente di costruirlo più a monte, su massi più stabili.
Da questa struttura aveva origine, anche, un canale (purtroppo distrutto dalla piena del 2010) per portare l'acqua del Trebbia al vicino mulino. Si tratta dell'antico mulino del Castello di Montechiaro, nel quale sono ancora presenti le macine in pietra (tre), la pala e i connessi ingranaggi. Il castello non è visitabile in quanto è un'abitazione privata.