Tra gli edifici che si incontrano salendo alla piazza del bel borgo medievale di Castell'Arquato, spicca il cinquecentesco Ospitale Santo Spirito, sede del Museo Geologico.
Il Museo, pur non essendo di proprietà nè in gestione al Parco, rappresenta un interessante occasione di conoscenza e approfondimento delle tematiche geopalontologiche che catatterizzano questo territorio.
Nell'interno, con bei soffitti a cassettoni e affreschi seicenteschi, si svolge un percorso espositivo che comprende una introduzione sulle Scienze della Terra e sulla Paleontologia e una significativa rassegna dei fossili più caratteristici delle diverse ere.
Ricchissima è la sezione dedicata ai reperti provenienti dalle vicine colline.
Gran parte dei molluschi del Pliocene piacentino appartiene alla storica collezione di Odoardo Bagatti e di estremo interesse è la sezione dedicata ai cetacei, tra cui spiccano la balenottera di Monte Falcone e il cranio di Rio Carbonari.
Alcune vetrine sono dedicate alla malacologia attuale e consentono di cogliere l'affinità tra le specie plioceniche e quelle odierne dei mari tropicali.
Nel museo sono inoltre esposte le lastre fotografiche e le diapositive su vetro realizzate con grande perizia all'inizio del secolo da Bagatti: un importante documento storico particolarmente significativo per i reperti andati perduti.
Le molteplici attività del museo, che cura il recupero e il restauro dei fossili provenienti dalle Aree dell'ex Riserva del Piacenziano, prevedono una scuola estiva di paleontologia e anche ricerche internazionali (dal 1987 sono state organizzate tre spedizioni scientifiche in Ladakh, Tibet e Urali e alcuni dei campioni raccolti sono esposti nella sezione sulla Tettonica a Zolle).
Una grande sala è dedicata alla didattica: oltre che di strumenti tradizionali, è dotata di supporti informatici che permettono a studenti e appassionati di classificare le oltre 800 specie del Piacenziano.